Archivi autore: Claudio Mastrodonato

Scherzi da Checov

23.01.2022 – E’ andato in scena nei giorni scorsi, presso il Granteatrino Casa di Pulcinella a Bari, lo spettacolo Scherzi da Checov, adattamento di Gianfranco Groccia, Lino De Venuto, Teodosio Saluzzi con Lino De Venuto, Nicola Borreggine, Francesco Cassano, Gina De Vanna, Ada Interesse, Loredana Lorusso, Michele Scarafile, Cinzia Ventola.  Regia e scene di Gianfranco Groccia. Produzione L’Occhio del Ciclone Theater.

Il teatro di Anton Pavlovič Čechov non ha certamente bisogno di alcuna presentazione; siamo in Russia in un contesto storico preciso a cavallo fra Ottocento e Novecento e, questa volta, le opere messe in scena appartengono al teatro minore dello scrittore-drammaturgo russo: L’Orso (1888), La domanda di Matrimonio (1888), Tragico Controvoglia (1890).

Minore per modo dire perchè in queste tre opere, in bilico tra commedia e tragedia che poi alla fine ammiccano sempre alla commedia, c’è tutta l’attualità e la modernità dei nostri giorni.

 

Di umanità si tratta in queste tre storie: la critica aspra alla piccola borghesia, lo scontro tra i sessi, la sete di possesso, l’incomprensione, l’avarizia, il fraintendimento, l’essere e l’apparire, sono i temi dominanti dello spettacolo.

Si rincorrono dunque tutte le sfumature che possiamo immaginare nella natura umana, ai tempi di Checov come in quelli attuali,  che danno vita a scenette comiche, a emozioni e  spontanee riflessioni.

Ed ecco dunque nel finale de L’Orso, il tracotante misogino Smirnov cedere e innamorarsi perdutamente della inconsolabile vedova Popova (inconsolabile?) che sin dall’inizio e fino a qualche battuta prima era stata orsamente offesa e insultata.

Ne La domanda di matrimonio tutto è incentrato su un equivoco: tra i futuri sposi, la orgogliosa e battagliera Natal’ja e l’ipocondriaco Lomov improvvisamente emergono antiche ruggini che spiazzano il naturale corso degli eventi e danno vita ad una serie di invettive, in un crescendo di forti battibecchi e successive riappacificazioni, con uno scoppiettante finale.

 

Tragico Controvoglia è una sferzante parodia-satira sulla villeggiatura: il funzionario Tolkacov costretto ogni giorno per lavoro a recarsi dalla sua villa-vacanza in città, è assillato da una situazione lavorativa deficitaria e lacunosa (collaboratori in ferie). Ma ad esasperarlo è in particolare il costante ritornello…giacché vai in città…con le continue richieste della moglie che si gode beatamente le ferie in villa: a queste richieste si aggiungono anche quelle pressanti e assurde dei proprietari delle ville vicine, anche loro serenamente in vacanza. Una comica tragedia, o se si preferisce, una tragica commedia.

In questa pièce le tre storie, originariamente atti unici, sono ambientate in un unico condominio che potrebbe essere tranquillamente quello di ognuno di noi!  Il legante degli avvenimenti è un “narratore”, di cui nulla vi sveleremo, che assume il ruolo di raccontare , presentare e filosofeggiare sulle vicende che si offrono al pubblico.

Insomma alla fine la morale ce la racconta lui!

Ancora una volta scopriamo l’interessante e piacevole regia di Groccia che mette insieme il pregiato materiale di Checov,  rendendolo caro allo spettatore grazie anche ad una compagnia affiatata, divertita e divertente.

Il ritmo dello spettacolo oscilla tra stati d’animo molto diversi tra loro, che a volte incalzano e a volte rallentano. Gli attori sono stati davvero bravi nel rendere il tutto comprensibile e godibile.

Il pubblico ha riso e applaudito di gusto. Uno Scherzo ben riuscito!

SCHERZI da Čechov

Adattamento: Gianfranco Groccia, Lino De Venuto, Teodosio Saluzzi

Con: Lino De Venuto, Nicola Borreggine, Francesco Cassano Cassano, Gina De Vanna, Ada Interesse, Loredana Lorusso, Michele Scarafile, Cinzia Ventola

Regia e Scene: Gianfranco Groccia

Costumi:  Atelier Matisse , Progetto luci: Nicola Santamato, scenotecnica: Leonardo Loiacono, videomaker: Francesco Trafeli, foto di scena Max Arcano.

La prossima replica dello spettacolo si terrà sabato 28 gennaio 2023 alle h.21, nell’ambito della XXII Stagione di Prosa del Teatro Angioino di Mola di Bari (Info e prenotazioni presso il botteghino del Teatro Angioino in Mola di Bari alla via Silvio Pellico n.7, tel:0804713061; 3496061378)

Spettacolo vincitore del Premio del Pubblico della X Edizione del Concorso “Attimi di Teatro all’Angioino 2022”.

luci spente e platea vuota ci siamo ritrovati con gli amici dell’Associazione Culturale Cime di Puglia che, per la rubrica “Cime in foyer”, hanno intervistato i protagonisti della commedia.

Buona visione e buon teatro a tutti!

Link intervista: https://youtube.com/watch?v=38sLwyzykrk&si=EnSIkaIECMiOmarE

Intervista: Florinda Colella

Video e montaggio video: Aurora Lorusso

Articolo: Manuela Bellomo

Il Natale di Pasquale.

13.12.2022 – In scena in questi giorni, presso il Teatro Bravò a Bari, lo spettacolo “Il Natale di Pasquale”, liberamente e “baresemente” ispirato al Canto di Natale di Dickens, per la regia di Giulia Fornarelli.

La commedia sta registrando un sold out dietro l’altro: sulle soglie del Natale, ormai vicino, c’è voglia di spensieratezza e di buoni pensieri.

Così, il lavoro della Fornarelli e del suo magnifico cast si colloca nel cuore delle persone, aiutandole a trascorrere un paio d’ore in armonia con una storia la cui bellezza non annoia mai.

E’ la vigilia di Natale e siamo a Bari, dove tradizionalmente la cena del 24 dicembre è a base di pesce, dunque la pescheria di Pasquale è presa d’assalto da improbabili personaggi.

Improbabili in realtà sono anche gli aiutanti di Pasquale, in particolare Felice e Noffrino, quest’ultimo vi rimarrà nel cuore!

Pasquale è preso dagli affari natalizi, la sua unica ragione di vita è il guadagno, tutto il resto, affetti e famiglia passano in secondo piano, anzi non sono proprio considerati.

Passati molti anni, Pasquale passa a miglior vita, Felice così rileva la sua pescheria e, purtroppo, anche il suo attaccamento al denaro e il suo atteggiamento verso i clienti e i dipendenti che, nel frattempo, sono diventati due: Noffrino e suo fratello Pierino.

Ad un certo punto però qualcuno dall’aldilà decide di mettere in guardia Felice dal non fare la fine di Pasquale.

Chi saranno questi personaggi mandati sulla terra per consegnare a Felice questo importante messaggio?

Se conoscete Il Canto di Natale di Dickens non abbiamo bisogno di dirvi altro, il resto lo scoprirete a teatro.

La commedia scorre rapida in un crescendo di scenette divertenti e avvolgenti che non permettono allo spettatore di distrarsi nemmeno un attimo.

I personaggi sono tutti fortemente caratterizzati in quelli che sono i difetti ma anche i pregi dell’umanità. Molto belli i costumi che condiscono meravigliosamente il tutto.

Sono previste ancora tre repliche. Non mancate!


Il Natale di Pasquale

Compagnia degli Amici

Con Vito Bottalico, Giacomo Pucci, Rossana Omodeo, Giulia Fornarelli, Pietro Lattanzi, Alba Ortini, Emma Di Taranto, Massimo Restelli e con la partecipazione di Nicola Loiacono. Regia Giulia Fornarelli.

Teatro Bravò – ultime repliche

Sabato 17 dicembre ore 21.00Domenica 18 dicembre ore 18.00 e ore 21.00Info e prenotazioni: 3384241070

A luci spente e platea vuota ci siamo ritrovati con gli amici dell’Associazione Culturale Cime di Puglia che, per la rubrica “Cime in foyer”, hanno intervistato i protagonisti della commedia.

Buona visione e buon teatro a tutti!

Link intervista: (da aggiungere)

Intervista: Elisabetta Russo

Video e montaggio video: Graziano Bevilacqua

Articolo e foto di Manuela Bellomo

A scuola di “haiku” con Elvira Leone

Ultimo appuntamento stagionale per Cime di Puglia con la rubrica Parole e pubblicazioni: la Puglia dà emozioni, condotta sempre ammirevolmente dal duo Elisabetta Russo in video e Graziano Bevilacqua in regia.

Per l’intervista finale una quota rosa, che ci prende per mano – per la seconda volta in questo cammino letterario – nei sentieri dolci e armoniosi della poesia: con noi è collegata Elvira Leone che ci presenta la sua raccolta poetica L’aurora indugia (prima che il gallo canti).

La protagonista di giornata è una insegnante di italiano che ama – tra una lezione e l’altra – far approcciare i suoi studenti anche a quella che è definita “scrittura creativa” e che, sottolinea, in Paesi come Giappone, Stati Uniti e Gran Bretagna è una prassi, una vera e propria disciplina.

La sua raccolta poetica ha proprio il sapore orientale della tradizione nipponica: è un libro che ospita esclusivamente poesie haiku.

Ci serviamo e parafrasiamo le parole di Elvira per spiegare – grammaticalmente e culturalmente – cosa sono gli haiku: si tratta di componimenti poetici che si articolano in tre versi e diciassette sillabe (ortografiche o con l’applicazione della sinalefe); nascono storicamente nel XVII secolo e l’esponente più importante, non il primo in senso cronologico, è il giapponese Matsuo Basho.

Riprende un altro tipo di poesia, il tanka, risalente addirittura al V secolo d.C., più lunga e articolata dall’haiku e da cui quest’ultimo ha estrapolato i primi tre versi.

Distinguendosi, così, per l’essenzialità della comunicazione di un frammento, di un attimo, di uno stato d’animo.

Tant’è che la professoressa definisce l’haiku attimi scintillanti di poesia, che brillano di luce, come degli scatti fotografici”.

Non solo.

Il suo libro accompagna ogni singola poesia con un dipinto realizzato con acquerelli, sempre opera di Elvira Leone, testimoniando la trasversalità artistica dell’autrice.

Se da un lato Elvira ci pervade con la sua passione verso questi “soffi di poesia” romantici ed essenziali, asciutti nella loro compattezza stilistica e in grado di schiudere le porte dell’animo, dall’altro ci fa dono di un insegnamento “scolastico” per chi vuole o vorrà approcciarsi a questa disciplina: per saper scrivere in modo creativo bisogna saper scrivere, e per saper scrivere bisogna leggere, e tanto.

Sebbene sia valido l’assunto secondo il quale la creatività sia frutto anche di istinto, di ispirazione, di coinvolgimento dei sensi (“ai miei alunni faccio comporre haiku con un sottofondo musicale e un foglio da disegno accanto”, ci svela la scrittrice), va altresì specificato che il componimento segue un percorso tracciato, fatto di steps: lettura, progettazione, stesura.

Non ci si può improvvisare scrittori. Anche se creativi.

Per tutti i dettagli del libro e della poesia creativa il rimando è all’intervista al link  https://www.youtube.com/watch?v=NM9cOYl5K5c

Ringraziamo Elvira Leone per averci fatto scoprire con la sua L’aurora indugia un nuovo affascinante modo di scrivere e raccontare di poesia.

L’aurora indugia, Elvira Leone, Youcanprint.

Claudio Mastrodonato

Fausto Campanozzi ci racconta Come le viole ad ogni primavera

Cime di Puglia torna con un nuovo appuntamento della rubrica Parole e Pubblicazioni: la Puglia dà emozioni.

Grazie alla coinvolgente conduzione di Elisabetta Russo e alla competenza tecnica di Graziano Bevilacqua è presente in video l’eclettico – insegnante di scuola per professione, ma anche scrittore, musicista jazz, istruttore di yoga e terapista ayurvedico – Fausto Campanozzi.

Naturalmente l’ambito della scrittura sarà quello che accarezzeremo, e il suo testo Come le viole ad ogni primavera sarà il canale per conoscere di più il nostro ospite.

È una storia, non è un romanzo, non ha climax e scioglimento, non ha pathos. È lineare ma comunque incuriosisce”.

Lo presenta così Fausto il suo libro.

Un libro che racconta il periodo della sua infanzia e adolescenza – a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 – che avrebbe dovuto avere una genesi diversa, e che ha per protagonista lui, i suoi fratelli – uno dei quali prematuramente scomparso nel gennaio del 2021 e che è il reale protagonista del testo – e i suoi amici.

Non è la solita autobiografia (“non gliene frega niente a nessuno della mia vita”), ma vengono raccontati spaccati di vita realmente accaduti a lui e alla sua comitiva, di cui in molti casi vengono mantenuti anche i nomi reali.

Non mancano nemmeno i riferimenti storici che hanno caratterizzato quel periodo del secondo dopoguerra, dall’allunaggio alla guerra in Vietnam, dalla dittatura cilena all’epidemia di colera.

Ogni capitolo racconta una vicenda di Fausto prima bambino, poi adolescente, dei suoi cambiamenti interiori, degli spostamenti da un paesino ad un altro per vacanze o per andare a trovare i parenti in un paesino vicino.

Con l’obiettivo di mantenere ancor più viva la memoria di suo fratello, non solo nei cuori dei famigliari, ma anche in coloro che si cimenteranno nella lettura di queste pagine.

Con la volontà di raccontare un’epoca “meravigliosa”, per chi l’ha vissuta in prima persona e per chi l’ha letta, ascoltata attraverso la musica e la poesia, saggiandone il profumo della libertà, la carica emotiva.

Con il desiderio di emozionare, divertire, perché no commuovere. Ma senza presunzione.

Arrivando “all’anima del lettore, con delicatezza e leggerezza. Le pagine devono girarsi da sole”.

…C”è bisogno di ritrovare il passato, dove il tempo acquista finalmente un senso compiuto. E l’unico modo per farlo è ricorrere alla memoria.

Ringraziamo Fausto Campanozzi per le emozioni che è stato in grado di trasmetterci in questi minuti in sua compagnia.

Il video integrale dell’intervista lo trovate qui: https://youtu.be/1B9dOR5x8v4

Come le viole ad ogni primavera, Fausto Campanozzi, Narrativa.

Claudio Mastrodonato

IL COLLOQUIO DI MARCO GROSSI AL TEATRO FONTANA DI MILANO

3.12.2022 – Ancora domani 4 dicembre alle ore 16, al Teatro Fontana di Milano, andrà il scena “Il Colloquio” di Marco Grossi, a cura della compagnia Malalingua e dei Teatri di Bari.

Buongiorno a tutti, sono Stefano ed il mio più grande cambiamento è stato lasciare Bari per venire a studiare a Milano. Ho una buona conoscenza dell’inglese.

Ciao sono Francesca e dopo il Bachelor Degree a Singapore, ho avuto l’opportunità di fare un Master ad Austin sebbene l’esperienza più importante sia stata la summer school a Londra. Ah dimenticavo…parlo 4 lingue”.

E’ andato più o meno così il mio primo colloquio di gruppo a Milano circa 15 anni fa. Mi ero messo in prima fila per mostrare sicurezza. Avevo parlato per primo. Poi tutti gli altri con profili internazionali ed esperienze in grandi corporate. Man mano che scorreva il nastro delle testimonianze degli altri io mi rimpicciolivo sempre di più.

“Ironia”, “Dolcezza” e “Cattiveria”, è questo il mix di parole che ha scelto Marco Grossi per raccontare il suo spettacolo ai microfoni di Cime di Puglia ieri ( Autore, regista ed interprete, Marco ha saputo cogliere tantissime dinamiche relazionali che si manifestano durante un colloquio di gruppo.

Uno spettacolo che ha un valore fortemente simbolico per una piazza come Milano. Siamo al Teatro Fontana, nel cuore del quartiere Isola e la risposta del pubblico è fortissima. Una scelta felice quella della Compagnia Malalingua e Teatri di Bari che hanno messo le ali a questo progetto facendogli varcare i confini della Puglia.

Sul palco una squadra di attori che ha messo in scena tutti i colori dell’emotività tipica di un processo di assesment: dalla paura alla rabbia, dal rimpianto alla speranza, dal servilismo all’irriverenza. Sei candidati dalle personalità multiformi, un selezionatore che deve giudicarli ed un emblematico boss.

Uno snodo della vicenda assolutamente inaspettato ed un finale quasi paradossale. Due ore di risate e colpi di scena con improvvisi cambi di umore. Tanto ritmo e dinamiche di palco di grande impatto visivo con otto persone che prendono la scena, ciascuna con un compito ben preciso. Il risultato di tanto lavoro, studio e grande passione.

Per ragioni di diversa natura (nascita di mia figlia Chiara, Covid e vari infortuni) negli ultimi 4 anni della mia vita non ho avuto modo di assistere a tanti spettacoli ma, senza ombra di dubbio, “Il Colloquio” è l’esperienza più sovversiva e sorprendente che ho fatto da spettatore. Complimenti a Marco Grossi, Augusto Masiello, Giuseppe Scoditti, Fabrizio Lombardo, Alessandra Mortelliti, William Volpicella, Valentina Gadaleta, Alessandro Anglani.

http://www.associazionemalalingua.it

Intevista:https://fb.watch/hb1D-lzlk7/

Stefano Saponaro (Vice Presidente Associazione Cime di Puglia)

“Assassinate la zitella” in scena con la compagnia teatrale Il Mosaico

3.12.2022 – Il 26 novembre la compagnia teatrale Il Mosaico ha debuttato a Modugno (Bari) con lo spettacolo “Assassinate la zitella” di Gian Carlo Pardini.

Una commedia “in giallo” per la regia di Enzo Proscia e di Rosanna D’Addato, prima volta per lei nel ruolo di regista.

Ci troviamo immersi nella villa della defunta zia Sara la quale lascia l’intera sua eredità alle quattro nipoti, purché le stesse rispettino una clausola, quella di essere nubili ma solo una di esse lo è!

Da questo punto la storia che, inizialmente, aveva tutte le sembianze di un giallo cambia rotta, divenendo una commedia in crescendo, dove i protagonisti, maldestri assassini, diventano allo stesso tempo anche vittime.

I personaggi sono fortemente caratterizzati dalle loro passioni, gli uomini per il vil denaro mentre le nipoti…Jessica appassionata di gioielli, Gloria angosciata dall’inesorabile trascorrere del tempo, Rita, rimasta vedova, amante delle telenovele e Giorgetta, l’unica nipote nubile, come da requisito indispensabile per ereditare, viene presentata come una pia donna.

Come sempre non vi sveliamo di più per non togliervi la sorpresa!

Gli amici de Il Mosaico saranno in scena, sempre presso la Sala di Comunità Emanuele Lucente della Chiesa Immacolata di Modugno, con le repliche del 3 e 4 dicembre che registrano già tutto esaurito; sono previste altre due date straordinarie il 17 e 18 dicembre.

Non perdete l’occasione di trascorrere una serata in allegria.

Pagina Facebook: Il Mosaico

A luci spente e platea vuota ci siamo ritrovati con gli amici dell’Associazione Culturale Cime di Puglia che, per la rubrica “Cime in foyer”, hanno intervistato i protagonisti della commedia.

Buona visione e buon teatro a tutti!

Link intervista: https://youtu.be/_p1ZXa9F0Z0

Intervista e articolo: Elisabetta Russo

Video e montaggio : Graziano Bevilacqua

Manuela Bellomo

La pausa del caffè con Antonio D’Ostuni

Non si ferma la macchina di Cime di Puglia, in costante movimento alla scoperta – e proposta – di nuovi libri per la consueta rubrica Parole e pubblicazioni: la Puglia dà emozioni.

Sapientemente diretta dalla regia di Graziano Bevilacqua, Elisabetta Russo incontra questa volta Antonio D’Ostuni.

Persona genuina, Antonio ci presenta il suo libro, dal titolo assai curioso: La pausa del caffè, il cui “sovratitolo” – per la posizione in copertina – è 70 piccoli racconti da leggere durante.

E potrebbero essere molti di più!” tiene subito a precisare il nostro autore di giornata.

Il titolo è di per sé alquanto esplicativo di cosa vuol raccontare: sono storielle di tutti i giorni, prese dal vivere quotidiano, dall’attenta osservazione di Antonio della sua città, Bari.

Quando noto qualcosa mi piace metterlo per iscritto, poi ci aggiungo qualcosa di mio prendendola dalla fantasia o dai ricordi che affiorano”. Una ricetta semplice, ma efficace, visto il risultato.

D’altro canto è propria di Antonio quest’indole di voler scrivere, lui che ci racconta di provenire da una famiglia che leggeva e scriveva molto e che gli ha trasmesso la medesima passione. E così lui con i suoi figli.

Persone, luoghi, dettagli, profumi. Sono questi i protagonisti di questi 70 piccoli racconti, da leggere “giusto il tempo di bere un caffè” nella pausa pranzo di lavoro o in compagnia di un amico.

Brevi e coinvolgenti, da “bersi” tutti d’un fiato.

Particolari anche le “fonti di ispirazione” di Antonio D’Ostuni.

Innanzitutto, una radionovela colombiana – prima ancora delle telenovelas – “La zia Julia e lo scribacchino” di Mario Vargas Llosa, che si caratterizzava per la sua capacità di sintesi.

In secondo luogo, l’esempio dello scrittore Henry Bernstein, drammaturgo vissuto a cavallo tra il XIX e XX secolo che scrisse “Il muro invisibile” all’età di 96 anni.

Perché niente avviene per caso.

Perché tutto è possibile, se lo si vuole davvero.

Di una cosa Cime di Puglia può fregiarsi: è la prima intervista di Antonio D’Ostuni col suo libro.

Non vi sono presentazioni pubbliche o eventi organizzati, dovuto anche al fatto che “La pausa del caffè” è stato pubblicato solo sul finire del mese di luglio scorso.

E se Cime di Puglia è la prima vetrina per questo curiosa raccolta di storielle, c’è anche un po’ di noi nella genesi della stessa.

Se (70 piccoli racconti da leggere durante) La pausa del caffè – infatti – è venuto alla luce, c’è del merito della nostra Cima Rino Nenna: in un loro incontro quest’ultimo ha convinto Antonio a pubblicare il libro, affidandosi alla stessa casa editrice che cura le pubblicazioni di Rino.

Un incontro fortunato, possiamo affermare.

E ci conferma Antonio ne seguiranno altre di storie.

Qualcosa bolle in pentola!

Ringraziamo Antonio D’Ostuni per la sua compagnia e spontaneità.

Come di consueto, il link dell’intervista integrale è qui: https://youtu.be/1PIDv3ABhSU

La pausa del caffè, Antonio D’Ostuni, Joyprint.

Claudio Mastrodonato

Quota 100: spensieratezza assieme agli Amici del Sipario

25.11.2022 – Fino al 27 novembre 2022, presso il Teatro Bravò a Bari, la Compagnia Teatrale Amici del Sipario presenta la commedia in vernacolo barese “Quota 100” di Emanuele Battista, con Emanuele Battista, Maria Barbone e Rino Nenna.

Il focus dello spettacolo è la famosa Quota 100 che ha permesso a molte persone, negli anni scorsi, di andare in pensione prima del previsto.

Gioia immensa per il protagonista Alfredo che, gran lavoratore dall’età di 16 anni, è ormai stufo di farsi comandare e vuole decidere lui cosa fare nella sua vita quotidiana.

Dunque si fa aiutare dal “dottore”, consulente sindacale dell’azienda per andare finalmente in pensione all’insaputa però di sua moglie Maria.

Quando quest’ultima viene a conoscenza dei piani del marito, iniziano una serie di “dispettucci” per convincere il neopensionato a rinunciare all’agognato riposo.

Come sempre non vi sveleremo altro per non rovinarvi il gusto di godere di uno spettacolo molto divertente, in cui viene utilizzato un dialetto pulito e accessibile a tutti.

Il regista Emanuele Battista è un grande conoscitore e studioso del vernacolo barese che nelle sue commedie si assapora senza mai scadere nella volgarità.

A luci spente e platea vuota ci siamo ritrovati con gli amici dell’Associazione Culturale Cime di Puglia che, per la rubrica “Cime in foyer”, hanno intervistato i protagonisti della commedia.

Buona visione e buon teatro a tutti!

Intervista: Elisabetta Russo

Video: Florinda Colella

Montaggio video: Graziano Bevilacqua

http://FB: https://www.facebook.com/AmiciDelSipario

Link intervista: https://youtu.be/egOAkl9Ocm0

 

Manuela Bellomo

Alla scoperta di Betterworld

Nuova, coinvolgente, proposta letteraria lanciata da Cime di Puglia per la consueta rubrica Parole e pubblicazioni: la Puglia dà emozioni.

Squadra che vince non si cambia, e al collaudato tandem Elisabetta Russo-Graziano Bevilacqua questa settimana è ospite in collegamento Massimo Cerbera.

Il libro, dal titolo “Betterworld”, è scritto a quattro mani con Beatrice Ruscio.

Pugliese di nascita il primo, di Avezzano – ma trapiantata in Puglia la seconda – condividono la passione per la sceneggiatura cinematografica e sono da anni impegnati nella realizzazione di cortometraggi di respiro nazionale ed internazionale.

In un processo per certi versi opposto rispetto alla consuetudine, dove solitamente alla pubblicazione di un libro segue la messa in scena di un film, ci spiega Cerbera che “abbiamo pensato alla sceneggiatura di un film e da lì abbiamo scritto questo libro”.

Betterworld – a dispetto del nome e del suo significato, “Mondo migliore” – è un romanzo distopico; “un progetto che si proponeva la ricerca e la colonizzazione di un pianeta con caratteristiche idonee alla vita, simile alla Terra ormai al collasso ambientale, demografico e sociale”.

Una storia che parte nel presente, anno 2020, ma che si sviluppa in un futuro lontano quasi cent’anni, che prova a distaccarsi dalla nostra attualità, ma che rimane all’interno di un contorno che “plausibilmente potrebbe essere”, non del tutto fantastico e fantasioso.

Eva e Beatrisa sono le due protagoniste della vicenda, rivali dal punto di vista professionale, ma che si troveranno a dover combattere una lotta comune per poter salvare il pianeta.

Non sveliamo altri dettagli, ma si può certamente asserire che si tratti di un libro con una tensione di fondo che mantiene alta l’attenzione, e nel quale i colpi di scena non mancano.

Senza necessariamente dare una morale, semplicemente raccontando una storia, e farlo con un linguaggio di veloce impatto – sebbene non manchino tecnicismi del settore informatico, farmaceutico e aerospaziale.

Non abbiamo ancora catturato del tutto la vostra attenzione?

Lasciamo che sia lo stesso autore a conquistarvi con le sue parole.

L’intervista integrale per Cime di Puglia la trovate qui: https://youtu.be/jbL8oT1-iRY

Ringraziamo Massimo Cerbera e Beatrice Ruscio per averci fatto dono di quest’opera, con l’auspicio di poterlo anche gustare sul grande o piccolo schermo.

Betterworld, Massimo Cerbera e Beatrice Ruscio, ARPOD.

Claudio Mastrodonato

Angela Angelastro è parole e poesia: “L’Eccezione”

Nuovo appuntamento, nuova intervista, “vecchia” conoscenza per Cime di Puglia e la sua rubrica Parole e pubblicazioni: la Puglia dà emozioni.

Con l’incessante lavoro e passione di Elisabetta Russo e Graziano Bevilacqua è tornata a farci visita Angela Angelastro.

Già incontrata qualche settimana fa per la mostra fotografica “L’oggetto dell’abbandono” che ha avuto luogo a Bari nel mese di ottobre, oggi le luci di scena sono tutte per lei e per la sua raccolta di poesie dal titolo “L’Eccezione”, pubblicato nel luglio del 2019.

Angela è una Cima di Puglia trapiantata a Mantova, di professione psicoterapeuta, per passione poeta, narratrice e appassionata di fotografia.

La sua opera – come detto – è una raccolta di poesie, felice parto della sua mente, composte tra la fine degli anni Novanta dello scorso millennio ed il 2018.

 

La piacevole conversazione con la nostra Elisabetta rivela quello che può essere definito l’elemento fondamentale che si cela tra le pagine del libro: l’amore (“il poeta ascolta ciò che l’amore detta”).

Ci racconta la sua inclinazione verso il mondo della poesia avuta fin da bambina, sempre con una matita ed un foglio di carta in mano, circondata da libri di poesia e romanzi.

Ci racconta di sé come una scrittrice ostinata, “perché la vita è ostinata, e la scrittura è la quint’essenza della mia ostinazione”.

Ci racconta di come la poesia possa avere una sua funzione terapeutica, capace di spostare e trasportare mente e anima da un luogo metaforico ad un altro, da una condizione all’altra, rompe l’immagine, la destruttura e la ricompone in modo differente.

Ascoltarne i versi diventa esperienza plurisensoriale appagante.

Per la musicalità e la ritmica della narrazione.

Per la disposizione spaziale sul foglio di carta.

Versi, questi di Angela Angelastro, da non sprecare, ci chiede.

Non li sprecheremo, li accoglieremo, li mischieremo con le lacrime, con il cuore in gola, rivivremo ricordi, e con loro cominceremo i giorni”.

Conclude così la postfazione del libro Sonia Basilico, amica della nostra protagonista di giornata.

Ringraziamo Angela Angelastro per la passione e l’emozione che ha trasmesso a tutti noi in ascolto.

Link dell’intervista integrale: https://youtu.be/h1BqpO3FX4Q

Angela Angelastro, L’Eccezione, Edizioni Ensemble.

Claudio Mastrodonato